Se vi dicessimo che in alcuni casi la cartella esattoriale inviata dall’Agenzia delle Entrate non si deve pagare? Ecco cosa controllare.
Sappiamo che l’arrivo di una cartella esattoriale mette agitazione. Il contenuto è subito chiaro, c’è una somma da dover restituire all’AdE. Rateizzare è l’unico modo che tanti debitori hanno per riuscire a regolarizzare la propria posizione. L’unico o forse no?
Con la cartella esattoriale l’Agenzia delle Entrate – Riscossione chiede ai cittadini che hanno contratto un debito di pagare per regolarizzare la loro posizione ed evitare ripercussioni come il pignoramento dei beni. Nella cartella di pagamento si potranno leggere la descrizione della somma da corrispondere, l’invito a procedere entro 60 giorni dalla notifica e le istruzioni sulle modalità di pagamento, sulla richiesta di rateizzazione e sulle modalità per fare ricorso.
Chi dovesse superare la scadenza di pagamento si troverà a pagare una cifra ancora più alta completa di interessi, oneri di riscossione, eventuali spese legate al tardivo o mancato versamento. Per questo motivo è bene soddisfare la richiesta dell’AdE il prima possibile. Se non si hanno i soldi per pagare tutto in un’unica soluzione non c’è problema, si può chiedere di rateizzare il debito per un massimo di 120 rate mensili. Se, invece, si nota un dettaglio sulla cartella allora si potrebbe chiedere l’annullamento della stessa.
I contribuenti hanno la facoltà di chiedere l’annullamento della cartella esattoriale se notano un dettaglio molto importante sulla notifica. Per riuscire a non pagare il debito basta sapere cosa rende irregolare l’atto di richiesta di restituzione di un determinato importo. Tutti possono sbagliare, infatti, anche l’Agenzia delle Entrate. E se così fosse il cittadino potrebbe impugnare la cartella e chiederne l’annullamento.
La Legge prevede che la notifica metta a conoscenza il contribuenti della richiesta dell’AdE ma questo passaggio deve seguire necessariamente specifiche indicazioni altrimenti non sarà valido. Grazie ad una cartella viziata si potrà evitare di saldare il debito con enti terzi. Ci sono diversi vizi previsti dalla Giurisprudenza.
L’inoltro della cartella esattoriale ad un indirizzo differente dal domicilio fiscale, la consegna ad una persona non autorizzata a riceverla, il mancato rispetto della procedura per l’irreperibilità , la notifica PEC avvenuta in modo non corretto e l’assenza della relata di notifica. Qualora l’iter corretto non fosse seguito e sorgesse uno dei vizi formali citati, il debitore potrebbe chiedere l’annullamento della cartella esattoriale ed evitare il pagamento.
La richiesta deve essere avanzata davanti alla Commissione Tributaria di competenza territoriale entro 60 giorni dalla data di notifica. Bisogna specificare, però, che il debito non viene cancellato. Significa che l’Agenzia delle Entrate – Riscossione potrebbe inviare una nuova cartella di pagamento.
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