Non tutti gli automobilisti conoscono il “trucco” per fa riavere indietro i soldi del pedaggio autostradale. Ecco tutto quel che c’è da sapere sul cashback.
Pagare il pedaggio autostradale è parte della routine di milioni di italiani. Ma cosa succede se, durante il tragitto, ci si trova “bloccati” in corsia a causa di lavori in corso? In molti pensano che la perdita di tempo sia solo una sfortunata conseguenza inevitabile, ma la verità è che esiste un modo per ottenere un rimborso: in certi casi addirittura fino al 100% del costo del pedaggio!
Questo sistema si chiama “Cashback Autostrade” ed è una possibilità reale e concreta offerta da Autostrade per l’Italia. È previsto un rimborso per i ritardi causati da cantieri che riducono il numero di corsie disponibili, escludendo tuttavia quelli derivanti da incidenti, maltempo o traffico intenso. In pratica: se sei costretto a rallentare a causa di un cantiere programmato, puoi riavere indietro l’importo parziale o totale del ticket.
Il meccanismo è più semplice di quanto si pensi. Per poter accedere al rimborso, basta registrare la propria targa o il dispositivo di telepedaggio (come il Telepass) sull’app Free To X o tramite il sito dedicato. In tal modo, ogni volta che si verifica un ritardo significativo causato da lavori, il sistema calcola automaticamente l’importo spettante all’automobilista.
I rimborsi scattano con ritardi di almeno 10 minuti, e variano a seconda della distanza percorsa e del tempo perso. Per esempio, nel caso di un viaggio di 90 km con un ritardo di 40 minuti è possibile ottenere fino al 75% di cashback sul pedaggio. Se il viaggio è più breve, il rimborso sarà leggermente inferiore, ma comunque molto interessante. E in caso di ritardi superiori ai 90 minuti si può arrivare al rimborso totale del pedaggio.
Un altro aspetto positivo è che non serve pagare in un modo specifico: vanno bene contanti, carte o dispositivi elettronici. L’importante è che il veicolo sia correttamente registrato. E se vi state chiedendo se tutto questo valga solo per i privati, la risposta è no: anche aziende e liberi professionisti possono approfittarne. In un momento in cui ogni spesa pesa, il fatto che esiste un modo per recuperare parte dei soldi persi in coda è senz’altro una buona notizia. Fermo restando che è meglio sperare che non ce ne sia bisogno…
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