Può succedere che l’INPS blocchi per errore la pensione ma l’interessato deve sapere come agire subito per recuperare i soldi.
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha la possibilità di interrompere le erogazioni della pensione qualora rilevi degli illeciti da parte del pensionato. Potrebbe, però, commettere degli errori. Come dimostrarlo?
L’arrivo puntuale della pensione ogni mese è una salvezza per tanti cittadini che a causa dell’importo basso dell’assegno non riescono ad accumulare risparmi da utilizzare in caso di necessità. Anche un solo giorno di ritardo può comportare dei problemi – accadrà a maggio iniziando con una festività che farà slittare i pagamenti al giorno 2 del mese – figuriamoci se il versamento risulta bloccato dall’INPS. C’è chi non avrà soldi per fare la spesa o pagare le bollette.
Da qui la necessità di rimediare subito qualora lo stop fosse legato ad un errore commesso dall’ente della previdenza sociale. Capiamo che il panico potrebbe far perdere la lucidità ma prendere la situazione in mano è l’unico modo per risolvere in fretta questo terribile guaio. Di solito l’INPS sospende o revoca il trattamento se in seguito a controlli sono stati rilevati motivi che mettono in dubbio il diritto alla pensione.
Superamento dei limiti reddituali per l’accesso ad alcune prestazioni, perdita dei requisiti sanitari, mancata presentazione delle dichiarazioni obbligatorie, sospetti di truffa, accertamento dei periodi contributivi non validi, morte del titolare sono i motivi per i quali l’INPS può revocare o sospendere l’erogazione del trattamento pensionistico.
E se i controlli avessero rilevato un’informazione sbagliata? Il primo passo per il pensionato è capire quale motivo ha giustificato lo stop ai versamenti. L’INPS ha l’obbligo di dare spiegazioni così come deve per forza specificare nella comunicazione le modalità per presentare ricorso. Tale comunicazione si troverà nella casella PEC oppure nella posta ordinaria o nella Cassetta Postale del sito INPS a cui si accedere con le credenziali digitali.
Per chiarire la situazione si può chiamare il Contact Center dell’ente oppure recarsi presso un CAF o patronato per cercare di capire come risolvere l’errore commesso dall’INPS. In generale il blocco improvviso della pensione è illegale, prima il pensionato dovrà essere informato degli accertamenti e avere il tempo per presentare ricorso, giustificare le sue azioni o provare di agire nel giusto.
Lo stop si contesta con il ricorso amministrativo presentabile online allegando la documentazione a sostegno delle proprie ragioni. Il ricorso dovrà essere presentato entro 90 giorni dalla data di ricezione della comunicazione INPS che informa del provvedimento in atto. L’interessato può anche chiedere la documentazione presente nel proprio fascicolo per comprendere meglio le ragioni che hanno spinto l’INPS a bloccare la pensione. In caso di rigetto del ricorso amministrativo si può passare al ricorso giudiziale avviando una causa contro l’ente con l’assistenza di un avvocato.
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