Tutti i proprietari di immobili vorrebbero ottenere l’esenzione dal pagamento dell’IMU ma solo per alcuni è ora possibile.
La scadenza del 16 giugno si avvicina, l’acconto IMU dovrà essere pagato entro questa data. Prima di procedere con il calcolo inutilmente, però, meglio scoprire chi nel 2025 è esente dall’obbligo di versamento dell’Imposta Municipale Unica per il possesso di terreni e fabbricati. Si potrebbe avere una bella sorpresa.
L’IMU si può pagare in un’unica soluzione oppure in due rate con l’acconto da versare entro il 16 giugno e il saldo entro il 16 dicembre. Procedere con il calcolo non è complicato conoscendo la formula per procedere con il conteggio. Bisognerà rivalutare al 5% la rendita catastale dell’immobile e moltiplicare il risultato per il coefficiente associato alla categoria catastale della proprietà.
Per le case, ad esempio, il coefficiente di riferimento è 160. Poi si dovrà applicare l’aliquota sulla base imponibile ottenuta. Questa aliquota varia da Comune a Comune pur dovendo rientrare in un range compreso tra i 2 e il 6 per mille. Il costo medio dell’IMU totale in Italia si attesta sui 1.100 euro. Poter risparmiare questi soldi è possibile.
L’IMU non si paga per le prime case a meno che non siano di lusso. I coniugi possono avere un dubbio su quanto dovuto quando sono proprietari di due immobili e pur essendo sposati vivono regolarmente ognuno in una diversa abitazione. A lungo questa possibilità è stata discussa dalla Giurisprudenza fino a che Corte Costituzionale e Cassazione hanno confermato come ogni casa si può considerare abitazione principale per ciascuno dei coniugi.
Di conseguenza l’IMU non si deve pagare (sempre che non appartenga alle categorie catastali A/8, A/9 e A1). Tale direttiva è legata alla cancellazione del vincolo della residenza familiare unitaria. Il nucleo non deve vivere necessariamente sotto lo stesso tetto per far scattare l’esenzione IMU. Una prima sentenza di riferimento è la numero 209 del 2022 della Corte Costituzionale.
A seguire ci sono state le ordinanze numero 19684 del 2024 e 4292 del 2025 della Cassazione a confermare come ogni coniuge dimostrando la coincidenza di residenza anagrafica e dimora abituale in un diverso immobile di proprietà può accedere all’esenzione dal pagamento IMU. Marito e moglie possono godere dell’agevolazione per la casa in cui vivono separatamente per questioni di lavoro, necessità o diverse ragioni.
In presenza di una seconda casa non vissuta, invece, l’imposta si deve corrispondere. Essere o meno nello stesso Comune non è rilevante, ciò che conta è unicamente la presenza stabile della persona nell’immobile. Dimora e residenza dovranno essere dimostrate con prove concrete (con le bollette ad esempio) per poter godere dell’esenzione.
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