Scrivi messaggi lunghi? Ecco come la psicologia spiega cosa c’è dietro a questo comportamento sul tuo carattere e sulle tue relazioni.
Al giorno d’oggi, si comunica attraverso messaggi vocali, note audio, emoji, GIF, ma soprattutto messaggi di testo. Sono diventati strumenti quotidiani per comunicare pensieri, emozioni e intenzioni. Ma cosa dice davvero il nostro modo di scrivere di noi?
Sarà capitato di scrivere lunghi messaggi pieni di dettagli, spiegazioni, riflessioni e magari anche qualche chiarimento non richiesto. Oppure, al contrario, ricevere testi fiume da persone che sembrano incapaci di sintetizzare. Secondo gli esperti, dietro la lunghezza dei messaggi che si inviano – o che si leggono – può svelare molto sul nostro carattere, sul nostro stile relazionale e sul nostro livello di consapevolezza emotiva. In questo articolo, quindi, andremo a vedere cosa c’è dietro l’abitudine di scrivere – ma anche leggere – messaggi lunghi.
I messaggi di testo lunghi possono raccontare molto chi siamo: il nostro bisogno di essere ascoltati, compresi, accolti. Imparare a conoscere il proprio stile e ad ascoltare quello dell’altro è il primo passo per costruire relazioni sane, anche nel mondo digitale. Anche perché, in fondo, dietro ogni messaggio -lungo o breve che sia – c’è sempre una persona che cerca connessione.
Una delle interpretazioni più comuni, quando si parla di messaggi di testo molto lunghi, è che riflettano un forte bisogno di espressione personale. Chi scrive tanto spesso sente l’esigenza di spiegarsi nel dettaglio, chiarire il proprio punto di vista, raccontare i retroscena e fornire tutte le informazioni necessarie per evitare fraintendimenti. Questo comportamento può essere indicativo di una personalità introspettiva.
Un altro fattore che può portare a scrivere messaggi molto lunghi è l’ansia comunicativa. Alcune persone, temendo di essere fraintese o ignorate, tendono a spiegarsi in modo eccessivo, anticipando ogni possibile malinteso. Questo comportamento è noto come “sovracontrollo comunicativo” ed è tipico di chi ha vissuto relazioni caratterizzate da incomprensioni o scarsa validazione. Chi scrive in questo modo potrebbe non fidarsi della risposta dell’interlocutore. Quindi si cerca di guidare la conversazione per evitarne gli esiti incerti.
In una relazione affettiva o di amicizia, i messaggi lunghi possono essere visti sia in modo positivo, come segno di interesse, profondità emotiva e volontà di coinvolgimento. Ma anche in modo negativo, se percepiti come invasivi, troppo densi o sproporzionati rispetto al tono della conversazione.
In alcuni casi, l’abitudine a scrivere messaggi molto lunghi può nascondere un meccanismo di evitamento del confronto diretto. Mettere tutto per iscritto può sembrare più semplice e meno rischioso che affrontare una conversazione faccia a faccia. Dietro questa scelta comunicativa si celano spesso dinamiche profonde, come la paura del conflitto, la difficoltà nel gestire le emozioni in tempo reale, o il bisogno di controllare il messaggio, scegliendo con attenzione parole, tempi e toni. Scrivere diventa così un modo per “sistemare” la realtà, elaborare pensieri e proteggersi dall’imprevedibilità del dialogo diretto.
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