Non si dovrebbero mai sottovalutare sintomi come stanchezza improvvisa e tosse secca, potrebbero essere segnali rivelatori di una malattia.
Pensare che nessuno come noi conosce il nostro corpo potrebbe sembrare un luogo comune, invece, non lo è per niente, per questo dovremmo essere i primi medici di noi stessi e notare se ci sia qualcosa che non va, specie se emerge in modo improvviso. Questo non significa ovviamente allarmarsi in modo costante, ma certamente capire se si stia verificando qualcosa di insolito o che dura più di qualche giorno, anche per sintomi apparentemente banali come stanchezza improvvisa e tosse secca.

Già l’idea di non sentirsi pienamente in forma e di non riuscire a fare azioni che fino a qualche tempo prima erano naturali non può essere considerato come qualcosa a cui non prestare attenzione, a maggior ragione se si accompagna ad altro. Si tratta di qualcosa che può verificarsi a ogni età e che dovrebbe spingerci a prendere contatto con un medico se dovesse persistere.
Stanchezza e tosse secca per giorni? Ecco cosa potresti avere
Avere un buon rapporto con il medico può essere importante, così da indicare subito eventuali sintomi “sospetti” e capire se sia necessario fare accertamenti specifici. E’ il caso di chi avverte stanchezza e tosse secca, situazione che può essere addebitata all’influenza stagionale, ancora presente in questa fase di primavera inoltrata, soprattutto al Nord, dove le temperature sono più basse rispetto a quanto solitamente previsto.
In genere questi possono essere accompagnati a mal di testa, dolori muscolari e articolari, brividi, febbre alta (anche in modo improvviso), diarrea, nausea e vomito (soprattutto nei bambini), scarso appetito, naso congestionato e starnuti e difficoltà a dormire con serenità. Spesso questa può inziare con un raffreddore e aumentate secrezioni nasali, lacrimazione e bruciore agli occhi, destinati a scomparire nell’arco di una settimana al massimo, ma a volte stanchezza e tosse secca potrebbero durare anche per qualche settimana.

Gli adulti potrebbero risultare contagiosi già a partire dal giorno precedente alla comparsa dei sintomi e possono risutarlo anche dopo una settimana dopo la prima manifestazione della malattia (i bambini rimangono contagiosi anche più di una settimana). Agire con cautela è quindi determinante, visto che si può arrivare a contagiare chi si ha vicino anche ben prima di stare male, anche a una distanza massima di due metri.
E’ bene però smentire un luogo comune diffuso da tempo, non è vero che il freddo può aumentare le possibilità di ammalarsi, anche se certamente in autunno aumentano le possibilità di avere il virus. Non è detto sia sempre necessario ricorrere a farmaci antivirali per guarire, a volte può bastare lasciare decorrere i sintomi, il rischio maggiore può esserci per chi soffre di problemi respiratori quali l’asma e insufficienza cardiaca, oltre a chi ha più d 65 anni, bambini sotto i 5 anni, e in particolare sotto i 2 anni e donne incinta (fino a due settimane dopo il parto).