Assicurati di non avere questa pianta in casa: per quanto appaia graziosa, è davvero nociva ed estremamente pericolosa! Presta massima attenzione per la tua salute.
È bella, profumata, decorativa e resiste bene anche alle alte temperature. Eppure, questa pianta tanto amata può trasformarsi in un pericolo silenzioso e mortale.

Presente nei giardini, nei parchi pubblici e persino sui balconi di casa, è una delle specie ornamentali più diffuse. Ma dietro la sua apparente innocenza si nasconde una delle piante più tossiche al mondo.
La pericolosità della pianta super comune che abbiamo tutti in casa
L’oleandro (Nerium oleander) è un arbusto sempreverde noto per i suoi fiori colorati e la capacità di resistere a climi caldi e difficili. Nonostante la sua bellezza, questa pianta è una delle più tossiche al mondo. Ogni parte dell’oleandro, inclusi fiori, foglie e steli, contiene glicosidi cardiaci, che interferiscono con il sistema cardiovascolare.

L’oleandro è tossico da fresco o secco. Il rischio maggiore si presenta quando viene ingerito, anche in piccole quantità, ma è pericoloso anche il contatto con occhi e pelle lesionata. Inoltre, la combustione dei suoi rami libera sostanze velenose che possono essere inalate, può provocare sintomi come nausea, vomito, dolori addominali e aritmie cardiache, con gravi rischi, tra cui arresto cardiaco.
Il rischio maggiore è per i bambini, attratti dalla bellezza dei suoi fiori, ma anche gli adulti sono vulnerabili, soprattutto in caso di ingestione accidentale. La tossicità dell’oleandro è spesso sottovalutata, ma è importante essere consapevoli dei pericoli che può rappresentare.
Per evitare incidenti, è fondamentale educare la comunità sui rischi legati alla pianta e prestare attenzione quando si trova in ambienti accessibili a bambini e animali domestici. La prevenzione e la vigilanza sono essenziali per garantire la sicurezza di tutti di fronte a questa pianta affascinante ma insidiosa.
Le tre piante più velenose in Italia: pericolosità, diffusione e cosa fare in caso di intossicazione
Ecco le tre piante più velenose, ordinate per pericolosità e accompagnate dalla loro percentuale di presenza sul mercato o nel territorio italiano:
1) Aconito (Aconitum napellus) : <1% delle vendite (più frequente allo stato spontaneo in montagna)
2) Oleandro (Nerium oleander): Circa 28% delle vendite di piante ornamentali da esterno
3) Belladonna (Atropa belladonna): <0,5% del mercato, ma diffusa in natura, soprattutto in zone collinari e boschive
Come vediamo, l’oleandro è la seconda pianta più velenosa in Italia e, a differenza delle altre due presenti sul podio, è una delle più vendute e diffuse nei giardini italiani.
In caso di sospetta intossicazione, è fondamentale mantenere la calma e contattare immediatamente il Centro Antiveleni o il 112. Non bisogna mai provocare il vomito né assumere sostanze “neutralizzanti” senza indicazioni mediche. Se consigliato da un medico, può essere somministrato carbone attivo entro un’ora per ridurre l’assorbimento della tossina.
In ambiente ospedaliero, i trattamenti variano: per l’aconito si monitora attentamente l’attività cardiaca e si somministra terapia di supporto; per l’oleandro si può usare un antidoto specifico (anticorpi anti-digossina) e farmaci per controllare le aritmie; per la belladonna, si agisce con antidoti come la fisostigmina nei casi gravi. Il fattore tempo è cruciale: un intervento precoce può prevenire danni permanenti o fatali.