Molte persone tendono a piangere quando si trovano a litigare con qualcuno, secondo la psicologia questo avviene per un motivo ben preciso, ecco quale.
Ognuno di noi può avere delle reazioni ben precise quando si trova ad affrontare alcune situazioni, non sempre però risultano essere comprensibili a tutti, a volte nemmeno al diretto interessato. Questo può accadere perché si tende ad agire in modo impulsivo, quindi senza pensarci troppo, in altri perché sono frutto di un’abitudine consolidata. La psicologia può però essere di aiuto e sbrogliare eventuali dubbi, specialmente in merito a qualcosa che accomuna molti, ovvero la tendenza a piangere quando si litiga.

Certamente si tratta di un comportamento che tendono ad avere soprattutto le donne, in modo particolare chi ha un carattere emotivo, anche se alcune preferirebbero non averlo perché finiscono per apparire deboli agli occhi di chi hanno di fronte. Le lacrime sono una forma di comunicazione, anche se ad alcuni può sembrare difficile da credere (si inizia a farlo sin da neonati), si sta quindi dicendo indirettamente qualcosa di quello che si avverte pur senza farlo a parole. Comprenderne il significato può consentire anche di sbrogliare alcuni rapporti a cui teniamo.
Piangere durante un litigio: ecco cosa vuol dire
Avere una discussione con una persona cara non piace a nessuno, specialmente se si tratta di qualcuno di caro, come un parente, il partner è un amico, anche se a volte non si può fare niente per evitarlo. Riuscire a gestire le proprie reazioni in casi simili può comunque non essere semplice, anche da parte di chi in genere sa controllarsi e vorrebbe apparire imperturbabile temendo di essere giudicato in modo negativo da chi ha di fronte.
A volte però c’è chi tende ad avere modo di fare più o meno consolidato, di cui non sa sempre spiegarsi l’origine, come accade quando si arriva a piangere nel corso di un litigio, in maniera quasi abituale, specialmente se questo accade quando si sta pensando a qualcosa a cui si tiene in modo particolare. In genere le lacrime sono però uno strumento che consente di arrivare dove non sono in grado di farlo le parole, per questo si può arrivare a farlo quando chi amiamo fa qualcosa di poco gradito o per rabbia.

Questa situazione è frutto dello stress che si avverte in quella fase (viene rilasciato il cortisolo, l’ormone a esso collegato), aumentano così la frequenza cardiaca e respiratoria, mentre i muscoli diventano più tesi. Tutto è frutto dell’istinto, esattamente come accadeva durante la preistoria, quando si aveva una reazione precisa a una minaccia perché era necessario combattere per la sopravvivenza.
Vedere l’altro piangere può però risultare fastidioso ed essere interpretato come una debolezza, visto che non si riesce appunto a esprimere in maniera chiara quello che si pensa e a sostenere un discorso. Non si deve però credere sia un modo per impietosire l’interlocutore, come ha avuto modo di sottolineare lo psicoterapeuta statunitense Carder Stout: “Si tratta di qualcosa di autentico, a volte si è traumatizzati da un confronto o si ha paura che tutto possa degenerare – ha detto all’Huffington Post -. Si teme a volte che un litigio possa portare a un abbandono, situazione che non riescono a sostenere, per questo esprimono la fragilità in questo modo. Alcuni provano comunque vergogna quando lo fanno, altri riescono a rimettersi in sesto perché ottengono il supporto di cui hanno bisogno”.
La tendenza a piangere è comunque tipica di chi ha un forte attaccamento verso qualcuno. In situazioni simili una persona ansiosa tende a prestare attenzione a ogni comportamento dell’altro, pensando che ogni cambiamento, anche nell’umore, possa mettere a rischio il rapporto. Il pianto potrà essere accolto in maniera benevola da chi è altrettanto ansioso, chi è sicuro di sé potrebbe invece essere portato ad allontanarsi.

In genere sono le donne quelle che lacrimano di più, ma perché tendono a evitare di essere troppo rabbiose. Provare a capire insieme cosa possa portare alle lacrime può aiutare una coppia a conoscersi meglio e a evitare momenti in cui uno dei due non riesce a controllarsi. A quel punto la relazione potrà andare avanti su basi più solide.