Quando si parla di invalidità civile, si pensa subito a malattie gravi o altamente invalidanti. Ma siamo sicuri sia sempre cosi?
Esistono infatti numerose patologie, anche meno evidenti o comuni, che possono dare diritto a un assegno mensile da parte dello Stato. Questo tipo di sostegno economico è previsto per tutelare chi, a causa di una condizione fisica o psichica, ha una ridotta capacità lavorativa o quotidiana.

Riconoscere i propri diritti è fondamentale per non rinunciare a un aiuto importante, spesso ignorato per disinformazione. Vediamo quindi quali sono le condizioni che possono essere riconosciute ai fini del beneficio e come fare richiesta.
Patologie riconosciute: non solo casi estremi
L’invalidità civile può essere riconosciuta anche per disturbi cronici o invisibili che impattano sulla qualità della vita. Condizioni come diabete mellito, asma grave, ipertensione non controllata, oppure patologie articolari come artrite reumatoide possono comportare limitazioni significative.
Ci sono poi disturbi neurologici e psichiatrici, come l’epilessia, la depressione maggiore o i disturbi d’ansia invalidanti, che spesso vengono sottovalutati ma sono inseriti nelle tabelle INPS. Anche patologie oncologiche, anche se in fase di remissione, possono giustificare un riconoscimento temporaneo o permanente.

Per ottenere l’assegno, la condizione deve ridurre la capacità lavorativa di almeno il 74%, come stabilito dalla Commissione Medica. L’età, il livello di autonomia e la documentazione sanitaria sono elementi centrali nella valutazione. Importante è sapere che non serve essere totalmente inabili per avere diritto a un sussidio: anche una ridotta capacità può bastare. Esistono casi in cui, pur non essendo invalidi gravi, si riceve un assegno mensile di 313,91 euro (importo 2024, soggetto a variazioni).
Come presentare la domanda?
Le domande si presentano online tramite il sito dell’INPS, allegando la certificazione medica redatta dal proprio medico curante. A volte può servire l’aiuto di un CAF o patronato per evitare errori nella pratica. Conoscere le patologie riconosciute è il primo passo per tutelare i propri diritti. Ottenere l’assegno mensile di assistenza non è solo questione di patologia, ma anche di correttezza nella procedura. Il primo passo è rivolgersi al medico di base, che deve redigere un certificato medico introduttivo e trasmetterlo all’INPS.
Dopo l’invio, si può accedere al portale INPS e compilare la domanda con SPID, CIE o CNS. La persona verrà convocata a visita da una commissione medica, che stabilirà la percentuale di invalidità. Se questa è pari o superiore al 74% e si rispettano anche i limiti di reddito previsti, si può avere diritto al contributo mensile.
Oltre all’assegno, chi ha un’invalidità riconosciuta può accedere ad agevolazioni fiscali, esoneri dai ticket sanitari, sconti su trasporti pubblici e altri servizi. È anche possibile richiedere la Legge 104, che offre permessi lavorativi, assistenza e tutele per chi lavora e deve curarsi. Molti rinunciano a questi diritti per paura della burocrazia, ma con il giusto supporto, la procedura è accessibile.
Esistono anche rivalutazioni periodiche, quindi è importante tenere aggiornato il proprio quadro clinico. Infine, chi ha già ottenuto un primo riconoscimento può chiedere un’aggravamento, nel caso la patologia sia peggiorata. Essere informati su ciò che si può ottenere è il modo migliore per vivere con maggiore serenità e dignità anche in situazioni difficili.