Convivete, ma non siete sposati? Per tutelare e proteggere il patrimonio comune dovete subito fare queste cose

Convivere senza essere sposati ha dei rischi ma oggi la Legge ha introdotto nuove misure per la tutela del patrimonio in comune.

Tante coppie iniziano convivendo per poi passare al matrimonio in una fase successiva oppure non arrivarci mai. Questa scelta ha dei rischi soprattutto se ci sono figli nella famiglia. Pian piano, però, le cose stanno cambiando iniziando dalle tutele per il patrimonio comune. La scelta di convivere senza matrimonio deve essere ponderata con attenzione perché dal punto di vista legale rappresenta dei rischi. Naturalmente ha anche dei vantaggi come l’assenza di vincoli e doveri e di obblighi nel momento in cui la relazione dovesse terminare. Se, poi, la convivenza non viene registrata si possono ottenere dei vantaggi fiscali soprattutto in presenza di figli. Un ISEE più basso e agevolazioni per genitori single sono tra i motivi che fanno mettere da parte il pensiero del matrimonio (pur trattandosi di azioni al limite della legalità).

Coppia e scatoloni
Convivete, ma non siete sposati? Per tutelare e proteggere il patrimonio comune dovete subito fare queste cose (Vegmotors.it)

Questi vantaggi valgono i rischi? Ci sono molti diritti che non spettano alle coppie di fatto e ostacoli che potrebbero compromettere la stabilità della relazione e la sicurezza. Non vige il mantenimento in caso di separazione, non hanno il diritto alla reversibilità della pensione né la tutela del patrimonio immobiliare o dell’impresa familiare. Chi convive, poi, non ha diritto ad ereditare la quota legittima del patrimonio del partner deceduto ma solo la quota indicata nel testamento a condizione che la convivenza sia stata attestata da minimo due anni prima della morte. C’è, poi, la questione del patrimonio condiviso.

Convivenza e patrimonio condiviso, cosa sapere

Le coppie di fatto non hanno diritto alla comunione o alla separazione dei beni. La convivenza registrata al Comune gode di pochi importanti diritti personali come la visita in ospedale e la possibilità di abitare temporaneamente nella casa del partner se questo dovesse venire a mancare. Tanti altri diritti, invece, non sono riconosciuti come la tutela del patrimonio comune e quelli successori automatici.

Notaio mette un timbro
Convivenza e patrimonio condiviso, cosa sapere (Vegmotors.it)

Per ovviare a questo problema esiste il contratto di convivenza, un accordo formale per scegliere il regime patrimoniale della coppia, per regolamentare i rapporti economici e definire i contributi di ogni membro alla vita familiare. Nel contratto si può aggiungere anche una protezione in caso di separazione.

Questo escamotage è utile per tutelare il patrimonio ma non può nulla in relazione ai diritti successori automatici. Solo un testamento permetterà di lasciare beni al partner. In alternativa esiste la donazione oppure la polizza vita ricordando, però, che i lasciti al convivente sono tassati all’8% e non prevedono franchigia.

Gestione cookie