C’è un metodo legale per aumentare l’importo in busta paga e incrementare l’entrata mensile. Possono approfittarne solo alcuni dipendenti.
Sarebbe bello ricevere di tanto in tanto una bella notizia. Rincuorerebbe l’animo e darebbe lo sprint necessario per continuare a saltare i molteplici ostacoli che la vita mette davanti. Per alcuni dipendenti sta per arrivare un’informazione importante che permetterà di aumentare la busta paga legalmente. Avere una busta paga è un traguardo a cui tutte le persone ambiscono. Meglio se legata ad un contratto a tempo indeterminato e se l’importo al suo interno è sufficiente per pagare tutte le spese, togliersi degli sfizi e mettere da parte dei risparmio. Obiettivo non semplice di questi tempi considerando gli stipendi erogati in Italia. C’è un modo, però, per riuscire ad alzare un po’ la retribuzione netta guadagnando una cifra mensile più elevata.

Tutti sanno che l’importo lordo è ben superiore rispetto a quello netto. A causa di tasse e altre voci presenti in busta paga la cifra che si andrà poi a percepire realmente diminuirà notevolmente. Una parte dello stipendio viene infatti trattenuta dal datore di lavoro per coprire le imposte e i contributi obbligatori. Sarebbe bello pagare meno tasse (è il motivo per cui assistiamo a grande fughe all’estero soprattutto da parte dei pensionati) e in alcuni casi è possibile.
Come pagare meno tasse e aumentare la busta paga
A ridurre l’importo in busta paga da lordo a netto i contributi INPS, l’IRPEF, le addizionali regionali e comunali che variano in base al territorio di residenza e i contributi INAIL per la copertura contro gli infortuni sul lavoro. Le aliquote IRPEF in vigore sono tre, 23% per redditi fino a 28 mila euro, 35% per redditi tra 28 mila e 50 mila euro e 43% per redditi oltre i 50 mila euro. Più alto è il reddito, dunque, più tasse si pagheranno. Ad essere conteggiati i redditi fondiari, di capitale, di lavoro dipendente o autonomo e d’impresa.

Come detto, poi, ci sono i contributi previdenziali che hanno un peso solitamente tra il 5,84% e il 9,49% (quota a carico del dipendente) e le addizionali aggiuntive che riducono ulteriormente l’importo lordo. Ma come evitare un taglio troppo pesante? Grazie alle detrazioni i lavoratori possono agire sull’imposta da pagare diminuendola (presentando il modello 730). L’importo delle detrazioni per i dipendenti è inversamente proporzionale al reddito con limite massimo di 50 mila euro all’anno. Oltre questa cifra niente più beneficio.
La detrazione per redditi fino a 15 mila euro è fissa a 1.955 euro con importo minimo garantito di 690 euro oppure 1.380 euro per contratti a tempo determinato. Fino a 28 mila euro la detrazione parte da 1.910 euro per poi ridursi progressivamente con l’aumentare del reddito. Entro i 50 mila euro la detrazione continua ad abbassarsi per azzerarsi al raggiungimento dei 50.000 euro. Per redditi tra 25 mila e 35 mila euro sono calcolati 65 euro in più sulla detrazione spettante.