Approvato il salario minimo, la svolta tanto attesa è arrivata: ecco a quanto ammonterà la paga oraria

La svolta tanto attesa è arrivata: approvato il salario minimo. Vediamo a quanto ammonterà, d’ora in poi, la paga minima oraria per i lavoratori dipendenti.

Se ne parlava da anni, si sono susseguite varie proposte che, tuttavia, sono sempre cadute nel vuoto. Ora finalmente è arrivata la svolta e quando ormai avevamo perso le speranze, è stato approvato il salario minimo per i lavoratori dipendenti. Una notizia che sicuramente farà esultare tanti.

ragazza che sorride seduta alla scrivania davanti al computer
Approvato il salario minimo, la svolta tanto attesa è arrivata: ecco a quanto ammonterà la paga oraria/Vegmotors.it

Certo non è la soluzione a tutti i problemi in quanto, comunque, la disoccupazione giovanile resta come restano anche i troppi contratti precari. Ma, senza dubbio, si tratta di un bel primo passo che va nella direzione di rendere gli stipendi più in linea con il costo della vita che continua a crescere.

Ad oggi, infatti, in Italia lo stipendio medio ammonta a circa 1500 euro al mese: del tutto insufficiente a far fronte all’inflazione e ai rialzi. Un adeguamento dei salari era necessario e il salario minimo rappresenta una piccola certezza che, quanto meno, al di sotto di una certa soglia non si può scendere. In tutto questo la meritocrazia verrà penalizzata? Non necessariamente. Nel prossimo paragrafo vediamo tutto nei dettagli.

Via libera al salario minimo: ecco a quanto ammonterà

Il salario minimo è, da sempre, uno dei cavalli di battaglia dei partiti di Centrosinistra che lo ritengono una forma di giustizia sociale. Il rischio, tuttavia, è quello di un appiattimento verso il basso e di un colpo di spugna sopra alla meritocrazia. Nel frattempo, però, in Lussemburgo è stato approvato.

lavoratori felici che battono il 5 con le mani
Via libera al salario minimo: ecco a quanto ammonterà/Vegmotors.it

In Italia nessun salario minimo: purtroppo secondo alcuni, per fortuna secondo altri. Il Lussemburgo, invece, ha recentemente approvato il salario minimo di 14,86 euro all’ora per i lavoratori dipendenti. Una cifra che lascia di stucco se confrontati con i 9 euro che si erano proposti nel nostro Paese. Va, però, specificato che il Lussemburgo è anche uno dei Paesi con il costo della vita più alto in Europa.

La cosa interessante è che non si tratta di una cifra fissata una volta e per sempre. Ogni anno può essere rivista in base all’andamento dell’inflazione e, quindi, può essere ulteriormente aumentata per fare in modo che non crolli il potere d’acquisto dei lavoratori. Anche perché crollo del potere d’acquisto significa crisi economica in tutti i settori. Anche altri Paesi Ue hanno fissato salari minimi piuttosto elevati.

In Germania la paga oraria non può scendere sotto i 12,41 euro, nei Paesi Bassi la soglia minima è di 13,27 euro mentre di 12,70 euro in Irlanda. E la meritocrazia in tutto questo dove si colloca? Naturalmente è fondamentale che il salario minimo si collochi all’interno di politiche per il lavoro che premino l’impegno e favoriscano la crescita e non l’immobilismo all’interno delle aziende. Insomma il salario minimo non deve essere visto come il punto di arrivo ma, semmai, come un punto di partenza.

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