È possibile vendere cibo scaduto? In un supermercato lo fanno eccome e la Legge lo consente: tutto quello che c’è da sapere.
Quando vai al supermercato sicuramente prima di mettere un alimento nel carrello controlli la data di scadenza. Trovare un prodotto scaduto è raro nei grandi supermercati ma potrebbe essere facile che in un piccolo negozietto sotto casa, sfugga al proprietario. In ogni caso, indubbiamente non acquisterai quel prodotto.

Lo eviterai come la peste, così come eviterai di acquistare prodotti che hanno una scadenza ravvicinata, per esempio di qualche giorno o settimana. Tutto questo per portare in tavola cibo fresco e sicuro. Ma lo sai che esiste un supermercato in cui viene venduto solo cibo scaduto e la Legge lo consente?
Il supermercato in cui vendono cibo scaduto: ecco dove si trova
C’è un supermercato in cui tutto ciò che viene venduto è già scaduto. È una realtà presente a Copenaghen e il posto si chiama “wefoodnoerrebro”. Qui, sugli scaffali, i consumatori troveranno prodotti che sono stati donati dalle grandi catene che sono scaduti, presentano difetti di etichetta o sono in surplus.

Si tratta di prodotti che hanno superato la data di scadenza preferibile, che in Italia chiamiamo “da consumarsi preferibilmente entro il” o “best before”. Questa data indica il TMC: termine minimo di conservazione di un alimento, ovvero che questo è ancora sicuro da consumare dopo quella data ma potrebbe non essere nelle condizioni ottimali per quanto riguarda sapore, consistenza o altri aspetti sensoriali.
Discorso a parte per il “da consumarsi entro il” che è l’indicazione che raccomanda di consumare l’alimento entro una certa data, oltre la quale l’alimento non è più sicuro e potrebbe nuocere alla salute del consumatore. Questa indicazione compare su alimenti freschi e altamente deperibili (pesce, carne, insalate e latticini, che potrebbero causare malattie se consumati dopo la data).
Quindi, nel supermercato di Copenaghen si trovano ancora prodotti sicuri da consumare che, ripetiamo, sono quelli scaduti “da consumarsi preferibilmente entro il”. C’è un’ampia scelta di prodotti secchi come biscotti e pasta, tè, caffè ma anche spezie, salse, bevande, legumi, conserve e snack a base di insetti o articoli per la casa, vestiti, libri, prodotti per animali o giochi per bambini in surplus.
Il tutto viene venduto a prezzi scontati o comunque molto bassi, e il ricavato viene usato per finanziare progetti umanitari e agroecologici. Insomma, è davvero un modo di operare virtuoso e lodevole, un modello che dovrebbe essere copiato anche in altre nazioni, anche in Italia, per evitare gli sprechi.