Con l’arrivo della stagione calda, il condizionatore diventa presto una necessità irrinunciabile in molte abitazioni italiane.
Il comfort domestico, infatti, passa sempre più spesso attraverso la possibilità di rinfrescare gli ambienti con rapidità ed efficienza. Tuttavia, montare un climatizzatore senza prestare la dovuta attenzione alle normative vigenti, ai regolamenti condominiali e alle procedure tecniche può trasformarsi in un rischio ben più oneroso del caldo stesso.

In Italia, le sanzioni per installazioni non conformi possono infatti raggiungere cifre molto elevate, arrivando fino a 100.000 euro nei casi più gravi, senza contare la possibilità di dover rimuovere l’impianto a proprie spese. Ma come si arriva a queste cifre? E quali sono gli errori più comuni che i cittadini commettono senza rendersene conto?
Installazione: errori da evitare e rischi di multe salate
L’installazione del condizionatore è regolamentata da numerosi ambiti normativi: dal Codice Civile (articoli 1122 e 1592–1593), ai regolamenti condominiali e comunali, fino alle leggi ambientali relative alla gestione dei gas fluorurati (come il DPR 146/2018). Ignorare anche solo uno di questi aspetti può comportare gravi conseguenze economiche e legali.
Affidarsi a un installatore sprovvisto del patentino FGAS o non iscritto al registro CCIAA può comportare multe comprese tra i 500 e i 10.000 €, oltre al rischio di denuncia penale. Inoltre, le autorità locali o l’amministratore condominiale possono ordinare lo smantellamento dell’unità esterna, se questa viola il decoro architettonico dell’edificio o le distanze minime (almeno 1,5 metri rispetto alle vedute dei vicini).

Anche l’aspetto acustico non va sottovalutato: se il condizionatore supera i limiti fonometrici stabiliti a livello comunale, si rischiano sanzioni fino a decine di migliaia di euro e l’applicazione dell’articolo 659 del Codice Penale per disturbo della quiete pubblica.
Il problema non si limita al rumore percepito: può scattare anche una causa civile o penale se il malfunzionamento dell’impianto incide sulla salute o sul benessere di chi vive nelle vicinanze. In alcuni casi, l’intervento dell’ARPA o della polizia municipale può portare a verifiche tecniche e, se accertata l’irregolarità, a provvedimenti immediati. Meglio dunque prevenire, rispettando tutte le norme tecniche e amministrative previste.
In affitto e in condominio: implicazioni pratiche e tutela dei diritti
Chi vive in affitto deve ottenere il consenso scritto del proprietario prima di installare un condizionatore. Se autorizzato, potrà rimuoverlo a fine contratto, ma non potrà chiedere alcun rimborso in caso di rimozione da parte del proprietario.
Senza accordo, si rischia una violazione contrattuale. Nei condomìni, invece, l’installazione dell’unità esterna è spesso soggetta a limiti imposti dal regolamento condominiale, soprattutto per motivi estetici o di decoro architettonico: serve quindi l’approvazione dell’assemblea. In alternativa, si può optare per un condizionatore portatile, che non richiede opere murarie. È inoltre obbligatorio mantenere l’impianto in efficienza, con pulizia periodica e controlli tecnici. Solo affidandosi a professionisti certificati si possono ottenere detrazioni fiscali e accedere ai bonus energetici previsti dalla normativa vigente.