Pensioni da 300 euro al mese per una categoria di lavoratori. L’INPS annuncia un futuro drammatico per alcuni italiani.
La pensione dovrebbe essere la rendita che fa vivere dignitosamente dopo una carriera lavorativa. Per molti italiani è un’entrata insufficiente ma si prevede un futuro peggiore per tanti lavoratori. Esiste l’integrazione al minimo per fortuna, 300 euro potranno arrivare a 600 euro ma è comunque un aiuto insoddisfacente.

L’INPS lanca un allarme per una categoria di lavoratori. Avvisa che la pensione sarà di poche centinaia di euro, un importo lontanissimo dalla possibilità di vivere in modo dignitoso. Ci lamentiamo per un assegno di mille euro ma bisogna pensare che in alcuni casi la cifra auspicabile è di circa 300 euro. Com’è possibile pur lavorando per tanti anni arrivare ad ottenere una somma così bassa?
La risposta è presto data, il lavoro in nero non permette di accumulare contributi e purtroppo in Italia questa è una realtà molto diffusa specialmente nell’ambito del lavoro domestico. Tante donne svolgono lavori di pulizia retribuiti ma in nero. Il motivo è semplice, i costi per regolarizzare colf e bandati sono elevanti e impossibili da sostenere per tante famiglie. Ecco che scatta l’assunzione irregolare seppur nella consapevolezza che si tratta di un reato.
Lavoro in nero, le pensioni da fame sono una conseguenza di questo fenomeno
Non ci sono tutele per chi lavora in nero né durante lo svolgimento dell’attività né successivamente, quando sarebbe arrivato il momento del pensionamento. I vuoti contributivi penalizzano notevolmente il lavoratore e le retribuzioni annue non aiutano di certo a mettere da parte risparmi da usare dopo i 67 anni di età. La stima è di un guadagno annuale di 7.600 euro circa.

Alternare periodi in cui si lavoro con un contratto regolare e periodi senza versamento di contributi significa avere una pensione molto bassa sempre che si riesca ad arrivare a soddisfare i requisiti di pensionamento. Aggiungendo la bassa retribuzione ecco che è facile ipotizzare una pensione molto bassa. In futuro, poi, sarà sempre peggio a causa del sistema contributivo per il calcolo della pensione.
Si stima un assegno di 200/300 euro con la conseguenza che tutte queste colf e badanti rimarranno a carico dello Stato per incrementare le entrate con trattamenti assistenziali. C’è l’esigenza, dunque, che il lavoro domestico venga regolarizzato dai datori di lavoro. Solo in questo modo la pensione potrà essere più alta oppure la popolazione a rischio povertà crescerà sempre più nei prossimi anni.