A giorni cambia tutto per il Bancomat, le nuove regole arrivano direttamente dalla legge europea appena approvata: cosa fare?
In un mondo sempre più digitalizzato, i pagamenti sono ormai sempre più spesso in forma virtuale: quando ci rechiamo alla cassa di qualsiasi negozio, con sempre meno contanti nel portafogli, avviciniamo la carta o paghiamo direttamente grazie al wallet del nostro smartphone.

Vivendo in un mondo sempre più interconnesso, ed esse ormai il sistema del bancomat presente in tantissimi paesi europei, è normale che tutti i paesi dell’Unione Europea seguano delle regole comuni; solamente qualche settimana fa, è entrata in vigore la regola dei bonifici gratuiti, di cui quindi molti italiani (a prescindere dalla banca) hanno potuto beneficiare.
Dal prossimo 28 giugno, invece, entreranno in vigore delle regole indicate nella nuova normativa europea, chiamata col nome di Digital Accessibility Act; chi non si adegua rischia delle pesanti sanzioni, che vanno da una multa tra i 5.000 e i 40.000 euro.
Bancomat, dal 28 giugno entra in vigore il Digital Accessibility Act: le nuove regole
La normativa dell’Unione Europea è stata pensata e formulata con l’obiettivo di abbattere in ogni paese europeo le barriere digitali, per impegnarsi concretamente nel garantire a tutti, anche a persone con disabilità, l’accesso alle tecnologie e ai servizi essenziali. Per questo, sia che si parli di bancomat e biglietterie automatiche, oppure portali web, piattaforme di home banking, e-commerce e app mobili, ogni cosa dovrà essere progettata in modo tale che ogni persona, a prescindere dalla sua condizione (che può essere caratterizzata da disabilità visive, uditive, motorie o cognitive) possa utilizzare il servizio in questione in completa autonomia.

Con la normativa, i nuovi bancomat e sportelli self-service dovranno non soltanto essere posizionati in spazi accessibili in carrozzina, ma anche dotati di comandi vocali, schermi ad alto contrasto e tasti tattili. I siti web e le piattaforme dovranno essere navigabili anche senza mouse ed essere compatibili con lettori di schermo; ogni contenuto multimediale dovrà includere sottotitoli, trascrizioni testuali e, qualora possibile, traduzioni in lingua dei segni.
Nel nostro paese, questo processo è già iniziato nel 2022 col decreto legislativo 82/2022; ora arrivano le direttive anche dall’Unione Europea e le imprese italiane hanno tempo fino al 2030 per adeguarsi, con obbligo esclusivo per aziende con più di 10 dipendenti e fatturato annuo superiore ai 2 milioni di euro. Al momento, le microimprese non hanno questo obbligo, anche se è prevista una fase di monitoraggio e supporto tecnico da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID).