A molti potrebbe sembrare incredibile e invece nei supermercati italiani è in vendita la carne di squalo, probabilmente l’abbiamo mangiata senza saperlo.
Ognuno di noi è abituato a girare nei vai supermercati italiani con l’idea che quello che è in vendita sia di qualità e non permetta di andare incontro a rischi o disturbi fisici dopo avere mangiato quello che si è comprato. Questo dovrebbe valere a priori, indipendentemente dal punto vendita a cui si decide di rivolgersi, ma non è detto che accada sempre. Basti pensare alle operazioni di richiamo a cui possono essere soggetti alcuni alimenti, anche se l’effetto può essere peggiore se ci si rende conto di consumare qualcosa di diverso rispetto a quello che si pensava, addirittura la carne di squalo.

L’idea che questa possa essere finita nel nostro piatto potrebbe raggelare molti, soprattutto perché siamo abituati a prediligere solo alcuni tipi di carne e a rifiutarne altri. Purtroppo, però, si tratta d una situazione che probabilmente abbiamo vissuto più volte senza rendercene conto, è bene quindi saperne le motivazioni così da sapersi regolare di conseguenza.
In vendita la carne di squalo: come abbiamo fatto a mangiarla
Molti di noi sono particolarmente attenti a quello che finisce nel proprio piatto, ben spendo come l’alimentazione sia un passo importante per essere in salute. E’ anche per questo che chi è particolarmente scrupoloso tende a osservare le etichette di ogni cosa che si acquista, pur essendo convinti che se è in vendita nei supermercati italiani è perché è sicura.
Non è detto però che le verifiche siano così accurate come pensiamo, non a caso potremmo addirittura avere mangiato, e più volte, carne di squalo, senza sapere cosa fosse. A sorpresa, l’Italia risulta essere uno tra i principali importatori di carne di squalo a livello globale (si trova nella top 5), anche se appare strano che molti dei punti vendita (addirittura il 6%) non sappia di averla suoi propri scaffali. Non solo, c’è un altro dato che è ancora più importante sottolineare: il 94% dice di non avere mai acquistato la carne di squalo, ma il 28% l’avrebbe consumata senza immaginare di averla cucinata.

Si deve quindi prendere in considerazione con grande scrupolo quanto il consumo inconsapevole sia diffuso, molti di noi sono convinti di avere nel piatto pesci comuni, quali palombo e ventresca, mentre in realtà si tratta di uno di quelli che ci fa più paura se lo troviamo in mare. Ogni dubbio a riguardo può essere tolto osservando le etichette, ci sono alcune indicazioni che fanno credere si tratti di una specie mentre è proprio carne di squalo. Questi gli esempi più comuni: spinarolo (Squalus acanthias), gattuccio (Scyliorhinus canicula), palombo (Mustelus mustelus) e verdesca (Prionace glauca).
Utilzzarli come cibo può rappresentare un problema, visto che sono pesci che sono fondamentali per mantenere l’equilibrio marino e mantenere stabile il clima globale, la loro assenza può portare a interrompere diverse catene alimentari importanti. Qualora un prodotto non avesse etichetta o tracciabilità, a questo punto è meglio lasciarlo nello scaffale.