Una possibilità che getta i lavoratori nel panico e li fa arrabbiare, la richiesta di tasse extra sul TFR. Quando può accadere?
Ogni mese il datore di lavoro mette da parte automaticamente una quota che va ad incrementare il Trattamento di Fine Rapporto del lavoratore. Quando poi l’attività lavorativa si interromperà, il dipendente riceverà il TFR tassato una prima volta. C’è la possibilità che venga tassato nuovamente in un secondo momento.

Durante il rapporto di lavoro il datore accantona una somma di denaro che verrà corrisposta al lavoratore quando quel rapporto si interromperà per licenziamento, dimissioni, pensionamento. Si tratta di una forma di retribuzione differita, di soldi che appartengono al dipendente e che non dovrebbe avere problemi a ricevere al momento giusto. Purtroppo non è tutto così semplice.
Un primo problema riguarda le tempistiche del versamento. Attesa più breve per i dipendenti privati, massimo 12 mesi, mentre i dipendenti pubblici possono attendere anni, anche 5 o 7. Nonostante questo differimento sia stato giudicato incostituzionale i tempi non sono cambiati perché la spesa è troppo onerosa per lo Stato. Il secondo problema riguarda la tassazione del TFR o meglio le tasse extra che il Fisco potrebbe applicare al cittadino.
Quando il lavoratore dovrà pagare una tassa extra sul TFR
Dopo mesi dall’incasso del TFR il lavoratore potrebbe dover pagare una tassa extra al Fisco. Non si tratta di una sanzione ma dell’importo corretto dell’imposta, una sorta di conguaglio che può generare un saldo da dover corrispondere in un secondo momento rispetto a quando si è percepito il Trattamento.

L’INPS agendo come sostituto d’imposta trattiene un’aliquota del 23% sull’importo del Trattamento di Fine Rapporto. Questa percentuale non è quella definitiva, sarà l’Agenzia delle Entrate a calcolare la somma definitiva tramite conguaglio. Il calcolo prevede di considerare una media delle aliquote IRPEF degli ultimi due anni. Significa che se in questi anni le aliquote effettive sono state mediamente più alte del biennio precedente ecco che scatterà una differenza che il dipendente dovrà pagare.
Ad essere maggiormente a rischio sono i dipendenti che hanno ricevuto TFR tardivi o rilevanti, hanno avuto redditi medio alti o sono lavoratori pubblici che percepiscono il TFS. Possono tirare un sospiro di sollievo, dunque, i lavoratori con redditi medio-bassi, difficilmente il conguaglio porterà ad una differenza da pagare. Inoltre sotto i 12 euro il Fisco non potrà chiedere il pagamento della tassa extra. Rientrando in questo limite l’Agenzia delle Entrate non procederà con l’iscrizione a ruolo e non invierà alcuna cartella di pagamento.